Un anno all’albo d’oro si aggiunge un velocista, l’anno seguente uno scalatore e magari l’anno successivo un corridore da classiche. È il bello della Milano-Torino, che ogni anno si reinventa e cambia veste, qualche volta solo leggermente, altre volte totalmente. Può essere ad inizio stagione o può essere a fine stagione, può essere il trampolino di lancio per la Milano-Sanremo oppure per Il Lombardia.
Nel nuovo Millennio ha dato l’opportunità a chiunque di aggiungerla al suo palmares. Dal 2001 al 2007 la corsa era infatti adatta a cacciatori di classiche con una buona tenuta in salita: c’era il durissimo Colle di Superga nelle fasi finali di corsa, ma l’arrivo era posto a Torino dopo la successiva discesa, dando così modo agli attardati di rientrare e rimescolare la corsa. Quasi sempre infatti, si è conclusa con una volata ristretta al cardiopalma. Fino al 2004, però, era inserita ad ottobre, come prova generale per il Giro di Lombardia, mentre nei successivi tre anni si correva ad inizio marzo, prima anche della Tirreno-Adriatico, ad aprire la stagione di tanti corridori.
Al suo ritorno nel 2012 si è ripresa la collocazione tra fine settembre e inizio ottobre, sempre con vista su Il Lombardia, ponendo però l’arrivo in cima al Colle di Superga ed esaltando di conseguenza i grandi scalatori come Alberto Contador, Miguel Angel Lopez, Rigoberto Uran e Thibaut Pinot, tutti vincitori sulla celebre salita.
Il 2020 ha dato modo alla Milano-Torino di cambiare nuovamente veste, diventando per l’occasione una classica per velocisti e arrivo a Stupinigi. A causa del covid, quell’edizione si svolse addirittura ad inizio agosto, pochi giorni dopo la riapertura del calendario, con Arnaud Démare che vinse e Wout Van Aert che chiuse terzo, tre giorni prima di vincere la Milano-Sanremo. Nel 2021 si tornò ad inizio ottobre con arrivo a Superga, e in quel caso a fare festa fu Primoz Roglic, ma l’anno scorso i protagonisti sono stati ancora i velocisti, a metà marzo, con Mark Cavendish più veloce di tutti nell’arrivo di Rivoli.
Quest’anno ci sarà spazio ancora per i velocisti, da Rho a Orbassano per 192 km. La corsa più antica del mondo, a turno, sorride a qualsiasi tipo di corridore. Tutti possono sognare di vincerla.