La prima volta non si scorda mai
Se si parla di Milano-Torino si parla di storia del ciclismo, e non può essere altrimenti visto che ci stiamo riferendo alla corsa più antica del mondo, le cui radici risalgono ai velocipedisti del 1876. Ma è bello constatare che, 104 edizioni dopo, questa corsa dà ancora modo di scrivere pagine di storia di questo sport. Oggi, da Rho ad Orbassano per 192 km, ne è stata scritta una particolare, quella della Tudor e di Arvid De Kleijn.
Inutile negarlo, all’arrivo ci aspettavamo Dylan Groenewegen o Fernando Gaviria, magari il campione in carica Mark Cavendish o Biniam Girmay, invece è saltato fuori come un missile questo ragazzo olandese di 28 anni, nato a Herveld, che, guidato alla perfezione dai suoi compagni, si è reso protagonista di una volata magistrale. Mentre attorno a lui i grandi velocisti si perdevano nel tecnico finale di Orbassano, De Kleijn è rimasto perfettamente a galla, ha tenuto come riferimento Casper Van Uden, l’ha saltato, e poi ha resistito senza troppi problemi al tentativo di rimonta di Gaviria. In carriera aveva già vinto (una tappa al Giro di Turchia e una alla 4 Giorni di Dunkerque i successi più importanti), ma mai si era imposto in un contesto prestigioso come quello della Milano-Torino.